Olivo – Olea europaea – Oleaceae

L’olivo ha origini nell’Asia minore. La sua coltivazione da parte dell’uomo insieme alla pianta della vite risale a tempi molto remoti. I Greci antichi, per l’importanza economica raggiunta, la consacrarono dedicandola al culto della Dea Athena.

Il bisogno dei popoli di coltivare l’olivo li trasforma da nomadi a stanziali, dando inizio alla storia della civilizzazione dell’uomo. Da sempre chi pianta un olivo lo fa per sé e per le generazioni future, per questo è il simbolo universale di pace.

La storia dell’olivo

Le origini dell’olivo coltivato (olea Europaea) sono controverse, può essere derivato dal nostro oleastro (Olea Sylvestris) oppure dall’Olea Crysophylla dell’Africa Tropicale o forse dall’Olea Cuspidata dell’Estremo Oriente.

Le prime notizie risalgono a cinque mila anni fa dagli antichi egizi.

La potente civiltà marinara minoica sviluppata nell’isola di Creta (età del bronzo 3000-1200 a. C.) era imperniata sulla coltura dell’olivo, tanto che l’olio fungeva da moneta di scambio. Ancora oggi nell’isola vicino a Chania vive uno dei più grandi e vetusti olivi con probabilmente 4500 anni.

Anche per la mia terra, la Sardegna, l’olivo è molto importante,

nel paese di Villamassargia si trova tutta una collina di olivi centenari, l’intero paese cura e protegge il così detto “s´ortu mannu” (il grande orto), ma osservando bene si ha la sensazione che siano gli olivi a proteggere il paese.

E’ coltivato in tutti i continenti tra il 30° e il 45° parallelo dei due emisferi. In America, solo nel 1860-70 cioé dopo la “corsa all’oro” i pionieri si accorsero che la California, cha ha lo stesso clima del mediterreneo, poteva essere sfruttata con l’agricoltura. Oggi la California ha il primato d´importanza per la coltura dell’olio negli USA.

Classificazione botanica

L´olivo (Olea Europaea) appartiene alla famiglia Oliaceae ricca di numerosi generi, tra i quali Fraxinus (frassino, Jasminus (gelsomino), Syringa (lillà), Forsythia, Ligustrum.

Al genere olea fanno parte 20 specie, diffuse nei climi tropicali o subtropicali, ma solo l’olivo ha frutti commestibili.

L’olivo selvatico Olea sylvestris (oleastro) è utilizzato come porta innesti dell’olivo comune.

La longevità dell’olivo è proverbiale, grazie alla sua caratteristica di emettere con facilità nuovi germogli alla base del tronco (ciocco) è capace di rinnovarsi all´infinito. Sopporta molto bene le potature drastiche che vanno effettuate all´inizio della stagione vegetativa.

Tronco

Il tronco è la parte che più da importanza al nostro bonsai di olivo. Su esemplari maturi, ha la corteccia di colore grigia e bruna e diventa rugosa e fessurata.

Il legno è di colore giallo bruno, abbastanza duro ma si presta molto bene a formazioni di shari e jin

Radici

Le radici non si spingono in profondità, spesso sono superficiali là dove il terreno è troppo compatto, con poca aerazione. L’estensione delle radici aumenta in base alla disponibilità di elementi nutrizionali nel terreno, se necessari possono sviluppandosi in grandi superfici, molte volte superiore alla chioma. L’olivo è una pianta sempreverde e le sue foglie, che si rinnovano gradatamente nel periodo primaverile, hanno una vita di 2−3 anni.

Fioritura

La fioritura avviene in aprile maggio, dipende dalla varietà dell’olivo e dal clima.

I fiori generalmente ermafroditi, poco appariscenti, con corolla tubulosa, a quattro petali bianchi, sono portati su infiorescenze a racemo (a grappolo) dette migne o mignole, nate da rametti di un anno, all’ascella delle foglie.

Il numero di fiori per migna è variabile, in genere le cultivar da mensa vanno da 10 a 25, mentre quelle da olio arrivano anche a 50−60.

Il numero di frutti per racemo portati a maturazione è basso, specialmente nella varietà da tavola di grossa pezzatura, dove in media se ne conta da 2 a 3, anche a causa del fenomeno dell’aborto dell’ovario.

Foglie

Le foglie quasi sempre opposte, sono di consistenza coriacea, a margine intero, di forma ellittica o lanceolata, di colore verde intenso sulla faccia superiore e argenteo-tomentose su quella inferiore. Con le varie tecniche per ridurre le dimensioni delle foglie nell´olivo sono risultati scarsi, è bene cercare varietà con foglie già piccole.

Il tipo di impollinazione è anemofilo: vale a dire che il trasporto del polline è affidato al vento, meglio se si tratta di leggera brezza.

Se i frutti sono di grassa pezzatura con un alto rapporto polpa-nocciolo (circa 80%) e bassa resa alla spremitura (inferiore al 20%) sono da considerare olive da mensa, se invece sono di piccola taglia e se ne possono contare 400 a chilogrammo, sono destinate al frantoio (olive da olio).

Clima e terreno olivo

L’olivo è pianta tipica dei climi temperati. La sua coltura è attuabile nei due emisferi entro una zona approssimativa che va dal 30° al 45° parallelo.

Dotato di una buona rusticità, sopporta lunghi periodi di siccità; è invece sensibile alle basse temperature, non essendo in grado di sopravvivere a minime di –12°c e subendo gravi danni già a –9°c. Ai fini di una costante produttività occorre che la temperatura invernale non si abbassi frequentemente sotto lo zero.

Il clima marittimo è quello che più si addice all’olivo; infatti, e prevalentemente coltivato dalle regioni che hanno l’influenza termica del mare. Nei climi di tipo equatoriale l’olivo vegeta rigoglioso, ma non è in grado di fruttificare proprio per la mancanza del periodo invernale in cui si ha l’induzione alla formazione dei fiori.

Il limite geografico per la coltura dell’olivo in Italia è solo nel nord, e precisamente la Liguria (qualche eccezione nella zona del Lago Di Garda), dove però in qualche annata il gelo si fa sentire pesantemente.

Molta importanza ha l’esposizione della pianta: è da preferire la posizione a levante in ambienti dove non si possono formare dannosissimi ristagni di aria umida. La presenza del vento, purché moderato, favorisce l’impollinazione; in caso di vento impetuoso potrebbe portare a un´eccessiva traspirazione della chioma e un conseguente squilibrio idrico. In vicinanza del mare, il vento può portare la salsedine sulle foglie, provocando ustioni.

Per quanto riguarda il terreno, l´olivo rifugge da quelli eccessivamente pesanti che trattengono l’umidità a lungo; in genere preferisce un substrato argilloso-calcareo ben aerato, anche se può vegetare in terreni sabbiosi, a patto che in questo caso non manchi un´adeguata concimazione minerale e la possibilità di irrigare frequentemente.

Metodo di raccolta dell’olivo

Il periodo migliore per la raccolta in natura è quello che va dall’inizio della primavera sino alla fine di aprile.

Per osservare bene le potenzialità della pianta liberate la base dalle erbacee o pietre e scavate leggermente fino a scoprire il ceppo e le radici superficiali. Se siete sicuri della possibilità di poterla estrarre (ricordatevi di chiedere le necessarie autorizzazioni per l’espianto) cominciate ad alleggerire la chioma con la potatura di rami troppo lunghi. Eseguite un solco intorno alla pianta di diametro ampio circa quanto la chioma e profondo 1/2 della chioma, sotto le prime radici avventizie.

Dopo l’estrazione, va messo in contenitore ampio e profondo in una miscela di torba e sabbia in parti uguali, eliminando tutto il terriccio originale. I primi 15-20 giorni la pianta deve essere in posizione ombreggiata e al riparo dal vento.

Prima di qualsiasi trattamento tecnico bonsaistico lasciare crescere liberamente la pianta e aspettare che prenda vigore.

Metodi di propagazione dell’olivo

Come le altre piante da frutto, la propagazione da seme non garantisce le stesse caratteristiche delle piante madri, a causa della fecondazione incrociata e dell’eterozigosi; a parte questa considerazione, la propagazione da seme richiede un lungo numero d´anni prima di una grandezza adeguata alla lavorazione a bonsai.

Per propagare le cultivar di olivo si ricorre alla moltiplicazione vegetativa cioè utilizzando una parte di pianta; i metodi principali sono: innesto, pollone, talea e ovolo.

Per eseguire un innesto è necessario un olivo selvatico (oleastro) portainnesto sul quale inserire un pezzo di ramo (marza) o singola gemma (occhio) della cultivar scelta.

Innesto Olivo quando farlo ?

Il Periodo giusto per l’innesto è all’inizio primavera, verso aprile, quando la corteccia si stacca facilmente dal legno, vedi il calendario innesti.

Il pollone è un vigoroso ramo che nasce alla base del ceppo; asportato e messo nel terreno, ha la facoltà di emettere abbondanti radici avventizie dando luogo a una nuova pianta. Questo metodo è abbastanza diffuso.

Talea Olivo

Pratica antichissima è di semplice esecuzione è la moltiplicazione per talea: per una soddisfacente radicazione occorre utilizzare rami vecchi di almeno 4-5 anni, lunghi circa 50 cm.

L’industria vivaistica oggi utilizza rametti nati da un anno.

Usano la tecnica dell’irrorazione tramite nebulizzazione, ottenendo buone percentuali di radicazione. La talea, immersa alcuni secondi in soluzione di ormoni sintetici, è posta in un substrato inerte di sabbia o perlite. Le foglie non devono appassire e vanno aiutate a superare lo stress con prodotti vitaminici e stimolanti da unire alla frequente nebulizzazione.

L’ovulo è una protuberanza che si forma sul tronco dell’olivo, una volta staccato dalla pianta d’origine, è in grado di rigenerare una nuova pianta.

Notizie utili e veloci

− Per la potatura di formazione conviene dare alla pianta una forma il più aperta possibile, né giovano tutti i rami con abbondante luce e aria.

− Per infittire i palchi, cimate i nuovi rametti durante tutto il periodo vegetativo.

− Se dovete far ingrossare la base della pianta lasciate crescere uno o due rami inferiori e tirarli verso il basso, sceglieteli laterali, in modo che non si veda il taglio quando saranno eliminati.

− Eseguite il trapianto al momento della ripresa vegetativa, quando le gemme cominciano a gonfiarsi, nel mese di marzo circa, il composto che ho usato con successo è formato da akadama, sabbia e terriccio universale in parti uguali.

− Una buona nutrizione, con Azoto in abbondanza, durante tutta la fase vegetativa e una adeguata annaffiatura, da vigore alla pianta e gli consente di infittire i palchi. Fornire al bonsai Fosforo e Potassio dal luglio per avere una buona fioritura nella primavera seguente.

− Insetti che si presentano puntualmente tutti gli anni sono: cocconiglie (lecanidi) e tripidi. Eliminarli con insetticidi specifici.

Esposizione

L’olivo va esposto all’aperto, in pieno sole, in inverno va protetto dalle gelate.

Rinvaso olivo

Al risveglio vegetativo, ogni 2 o 3 anni, se è presente terra di campo è meglio pulire bene le radici, il taglio delle radici va compensato con la parte aerea, 40 % akadama, 30 % terriccio universale e 30% sabbia di fiume.

Annaffiatura

L’olivo emette facilmente radici superficiali, per questo motivo è bene non fare asciugare troppo il terriccio tra un annaffiatura e l’altra, in genere quando lo strato superficiale è asciutto.

Pinzatura

I nuovi germogli dell’olivo di norma si dividono in verde, viola e color legno, quello che si ottiene dalla pinzatura dipende dal punto in cui viene tagliato il germoglio. Se si taglia nella zona verde ramificano tutte o quasi le foglie che si trovano in questa zona e qualcuna in quella viola. Tagliando in quella viola ramificano una metà circa delle foglie. Tagliando nella zona color legno, ramificano solo l’ultimo paio di foglie.

Fertilizzanti

Ogni 15 giorni nel periodo vegetativo, evitare di concimare a luglio e agosto.

N.B. Il terriccio e le percentuali suggerite sono informazioni indicative, modificate la percentuale dei composti basandovi sulle condizioni climatiche della vostra zona.

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